Il 22 gennaio 2006, Kobe Bryant ha fatto l’impensabile. Ha segnato 81 punti in una singola partita di basket NBA. Uno dei più grandi giocatori ha compiuto una delle più grandi imprese nella storia del basket.
E io ero lì allo stadio.
Avresti dovuto vedermi. Non vedevo l’ora di uscire dall’arena per poter chiamare al cellulare tutti quelli che conoscevo. Ho chiamato il mio allenatore di basket ai tempi del liceo. Ho chiamato i miei compagni di squadra. Ho raccontato l’accaduto a persone a caso per la strada. Per alcuni mesi avrei trovato il modo di tirare fuori l’argomento nelle mie conversazioni. Continuo ancora a inserire l’episodio in sermoni o post. E’ stata una serata indimenticabile e non riesco a tenerla per me.
A noi credenti è successo qualcosa di incredibilmente più indimenticabile. Siamo stati salvati da un’eternità all’ inferno. Ma per qualche ragione, anche se tutto ciò è indescrivibilmente più importante di una partita di basket, siamo tentati di non parlarne a nessuno.
Col passare del tempo, dopo il grande giorno della nostra salvezza, perdiamo ogni passione e audacia. All’improvviso, qualcosa che ci appariva così facile solo alcuni anni fa, si dissolve.
Osservandole alla luce dell’evangelizzazione, molte delle pratiche quotidiane che il Signore ci insegna nelle Scritture potranno incrementare la nostra motivazione a testimoniare.
Ecco tre abitudini che accenderanno il tuo ardore per l’annuncio del Vangelo:
